Anche per svolgere attività di lavoro autonomo, l’ingresso deve rientrare nell’ambito delle quote stabilite dal Decreto Flussi. Le quote sono solitamente previste per imprenditori che intendono attuare un piano di investimenti di interesse per l’economia italiana, oppure cittadini stranieri che intendono costituire imprese «start-up innovative», o ancora artisti di chiara fama o di alta e nota qualificazione professionale.

Per quanto riguarda i requisiti, lo straniero deve dimostrare di possedere risorse economiche adeguate per l’esercizio dell’attività che intende svolgere in Italia. Dovrà inoltre dimostrare di possedere i requisiti necessari per l’iscrizione in Albi e Registri, alla Camera di Commercio, ecc. e – anche attraverso un procuratore – dovrà richiedere alla competente autorità amministrativa, una dichiarazione che non sussistono motivi ostativi al rilascio dei titoli abilitativi.

Anche in questo caso lo straniero dovrà dimostrare di disporre di un alloggio idoneo e di un reddito annuo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l’esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria.

La procedura prevede che lo straniero richieda il nulla osta alla Questura, necessario per ottenere il visto d’ingresso per lavoro autonomo. Questa richiesta potrà essere presentata direttamente dallo straniero qualora si trovi in Italia ad esempio per turismo, oppure tramite un procuratore provvisto di delega.

Lo straniero dovrà poi richiedere alla Rappresentanza Diplomatica nel paese di origine, il visto d’ingresso, che verrà rilasciato a seguito delle necessarie verifiche.

Entro 8 gg. dall’ingresso in Italia, dovrà presentare la richiesta di rilascio di primo permesso di soggiorno per lavoro autonomo.

Il permesso per lavoro autonomo consente di svolgere attività di lavoro subordinato. In questo caso il permesso verrà poi convertito in permesso per lavoro subordinato.

 

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