Gli stranieri che intendono frequentare in Italia corsi superiori di studio o d’istruzione tecnico-professionale devono richiedere il visto di ingresso per motivi di studio all’Ambasciata o al Consolato italiano nel Paese di origine, producendo il certificato di iscrizione al corso prescelto.
Per quanto riguarda l’iscrizione all’università, entro il 31 dicembre di ogni anno, gli atenei stabiliscono il numero dei posti da destinare all’immatricolazione degli studenti stranieri per l’anno accademico successivo. Le competenti rappresentanze diplomatiche o consolari italiane, rilasciano la dichiarazione sulla validità locale dei titoli di scuola secondaria e il visto di ingresso in Italia.
In questi casi lo straniero deve dimostrare di disporre di adeguati mezzi di sostentamento e deve essere in possesso di una polizza sanitaria.
Una volta ottenuto il visto d’ingresso, lo straniero dovrà presentare domanda di rilascio del permesso di soggiorno per studio. Tale permesso ha durata annuale, ed è rinnovabile, purché non si superino due anni di fuori-corso.
Lo straniero in possesso di questo titolo di soggiorno, può prestare attività lavorativa subordinata, per un massimo di 20 ore settimanali e 1040 annuali.
Il permesso per studio può essere convertito in lavoro subordinato nell’ambito delle quote del Decreto Flussi.
Qualora lo studente abbia ottenuto la laurea o la laurea specialistica, tale conversione può essere presentata in qualsiasi momento dell’anno fuori dalle quote del Decreto Flussi.
Lo studente che consegue il titolo di studio nel nostro Paese, può ottenere un permesso per attesa occupazione della durata di un anno per la ricerca di un lavoro.
Cosa fa l’INCA per informare, assistere, tutelare gli immigrati
A seguito del protocollo d’intesa con il Ministero dell’Interno, l’INCA è autorizzata a presentare domanda di primo permesso di soggiorno per studio. Pertanto, oltre a dare le necessarie informazioni, l’INCA invia telematicamente e consegna copia della domanda di permesso per studio allo straniero, che dovrà presentarla alla Questura competente attraverso lo “Sportello amico di Poste”.